Apicoltore

Marco ama attribuire l’inizio della sua passione per le api in parte alla miopia, che l’ha portato ad apprezzare le cose piccole, in parte all’influenza della sua maestra elementare, che portava agli alunni insetti da esaminare al microscopio.

Il suo primo sciame è stato quello cavato dall’olivo a colpi d’ascia. A quell’epoca stava frequentando il quinto anno di Istituto Tecnico Industriale con specializzazione perito elettronico. Dopo aver fatto il fruttivendolo e aver aperto un laboratorio fotografico, iniziò ad andarein trasferta in tutta Italia con una ditta di montaggi elettrici. La sofferta scelta di lavorare in fabbrica gli permise di fermarsi in zona per dedicarsi alle api. Il futuro suocero, che durante la guerra aveva aiutato a curare degli alveari in un ospedale convento sulle Colline Metallifere, gli fornì il primo sostegno pratico. Dall’87 al al 90 furono anni di doppio lavoro tra fabbrica e apiario. Marco aveva comprato dei mezzi e uscendo dalla fabbrica andava direttamente alle api. Anni duri, che non rimpiange, ma che gli permiserodi travasare sempre più risorse all’apicoltura, fino a dedicarvisi totalmente nel ‘90.

Lasciarsi alle spalle un posto sicuro non fu una scelta facile anche rispetto alla famiglia. Ma la moglie Carla, che sa essere anche una persona pratica, “fece quattro conti e decise che si poteva fare”. E l’azienda è ormai entrata nello stile di vita della famiglia. La figlia più grande, oggi diciottenne, si chiama Melissa e il suo nome testimonia quella speranza. Melissa era infatti, nella mitologia greca, la ninfa che tenne nascosto Zeus dal padre Cronos, che voleva divorarlo, nutrendolo di miele, e che venne poi trasformata in ape. Melissa ha visto questo passaggio all’apicoltura, mentre Cosimo, il figlio più giovane, vi è nato dentro…Cosimo, il cui nome significa “ordine dopo il caos”. Questi nomi costituiscono per Marco l’affettuoso conferimento ai figli di una piccola simbolica responsabilità. Ma se prova piacere del sostegno che riceve dall’intera famiglia, non per questo desidera che i figli seguano le sue orme. Sente l’apicoltura come una scelta quasi soltanto sua, e spera semplicemente di essere stato d’esempio nell’avviare un progetto e nel realizzare un sogno. “Anche perché fare un’ azienda basata sull’apicoltura è davvero magia, esoterismo, alchimia. Nessuno con un cervello normale ci si mette!”

Oltre all’apicoltura, Marco ha moltissimi interessi, legge soprattutto manuali, che gli permettono di dispiegare la sua inventiva pratica nella costruzione di macchine semplici, nell’escogitare espedienti per eliminare gli sprechi energetici (anche quelli del suo stesso corpo) da ecologista non ideologico, ma pratico, quale si sente fin da quando era scout .

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Paolo Faccioli