Mieli Locali
Il miele ha una natura duplice. Il ruolo delle api è fondamentale nell’elaborazione del prodotto: solo a loro è possibile compiere questo incredibile lavoro di spigolatura, di raccolta di minuscole goccioline per assemblare quantità significative di nettare, da trasformare poi con un processo altrettanto minuto e paziente.
La materia prima di partenza pero’ è di origine vegetale ed il miele finito deve le sue caratteristiche, piu’ che ad ogni altro passaggio, alla natura e alla provenienza della materia iniziale.
Il nettare e’ una sostanza zuccherina che le piante producono per attirare gli insetti,che si fanno cosi’ vettori inconsapevoli del polline, l’elemento fecondante, che viene in questo modo trasportato su altri fiori. Piante diverse danno nettari diversi e da qui nasce la varietà del prodotto.
Girasole
Il girasole è una delle più importanti piante oleifere erbacee; la buona qualità dell’olio e la capacità di adattamento a climi diversi ne hanno garantita la diffusione rapida in ambito internazionale.
ORIGINI
Originario del Centro America sembra che si sia diffuso in epoche remote nei territori attualmente facenti parte dell’Arizona e del Nuovo Messico, estendendosi poi verso le aree settentrionali degli attuali Stati Uniti e precedendo la domesticazione del mais.
Le prime testimonianze lasciate dagli europei, fin dall’inizio del XVI secolo, descrivono una grande varietà di tipi coltivati.
IN EUROPA
Nel 1510 una spedizione spagnola riportò alcuni acheni dal Nuovo Messico che vennero seminati in un orto botanico di Madrid; dalla Spagna il girasole si diffuse poi rapidamente in Europa come pianta ornamentale.
Sul finire del ‘700, in Russia, venne riconosciuta l’importanza del girasole per la produzione di olio alimentare ma, solo nel 1830, iniziò l’estrazione di olio su scala industriale. Da allora il girasole si diffuse velocemente facendo della Russia il principale produttore mondiale.
Castagno
Il castagno è una delle più importanti essenze forestali dell’Europa meridionale, in quanto ha riscosso, fin dall’antichità, l’interesse dell’uomo per i molteplici utilizzi. Oltre all’interesse intrinseco sotto l’aspetto ecologico, questa specie è stata largamente coltivata, fino ad estenderne l’areale, per la produzione del legname e del frutto. Quest’ultimo, in passato, ha rappresentato un’importante risorsa alimentare per le popolazioni rurali degli ambienti forestali montani e collinari, in quanto le castagne erano utilizzate soprattutto per la produzione di farina.
L’importanza economica del castagno ha attualmente subito un drastico ridimensionamento: la coltura da frutto è oggi limitata alle varietà di particolare pregio e anche la produzione del legname da opera si è marcatamente ridotta. Del tutto marginale, infine, è l’utilizzo delle castagne per la produzione della farina, che ha un impiego secondario nell’industria dolciaria. Importante invece per l’apicoltura dove si ottiene un miele dal gusto molto particolare.
Acacia
Il genere robinia è di pretta origine americana: le sue circa venti specie si trovano tutte nell’America settentrionale e centrale, mentre nel nostro continente è presente solo la “falsa acacia”, cioè la Robinia pseudoacacia L.
Le doti ornamentali di alcune forme di robinia sono il motivo della sua diffusione in Europa; pare che vi sia giunta all’inizio del secolo XVII inviata a Jean Robin, erborista del re Enrico IV di’ Francia. Più tardi Linneo denominò il genere riferendosi al cognome Robin.
In Italia apparse più tardi, verso la fine del secolo XVIII, sporadicamente e quale pianta da giardino; dimostratasi subito vigorosa e di facile adattamento a diversissime condizioni pedoclimatiche passò ad usi forestali, tanto che già nel secolo scorso veniva considerata più pianta da bosco che da giardino.
Sulla “Nuova Enciclopedia Popolare Italiana”, edita dalla Unione Tipografica Editrice di Torino, anno 1863, abbiamo trovato quanto segue:
“E’ stata propagata in tutta Europa in grazia del suo rapido accrescimento e dell’eccellente qualità del suo legno e principalmente come albero d’ornamento, stante la vaghezza del suo fogliame e dei suoi fiori candidi che appaiono sul finire della primavera ed esalano un odore soavissimo… Il fogliame è appetito al bestiame e coi fiori si produce uno sciroppo gradevole e temperante…. oltre ad un ottimo miele.
Erica
Il genere Erica (nome di origine oscura, usato da Plinio) è vastissimo, comprende circa 650 specie, si estende dall’Europa atlantica e mediterranea ai monti tropicali africani, fino all’Africa meridionale dove assume il massimo sviluppo. La distribuzione delle eriche intorno al Mediterraneo è ritenuta una sorta di relitto della vegetazione montana subtropicale del Terziario medio che si è differenziata nelle specie più xerofile nella regione mediterranea e nelle specie più mesofile (piante che esigono una mediocre quantità di acqua, intermedie tra le xerofile e le igrofile) diffuse nella regione atlantica, mentre il diffondersi delle specie sudafricane è spiegato con una espansione più tardiva, legata al graduale spostarsi verso sud delle zone calde.
Caratteristiche
Le piante appartenenti a questo raggruppamento si presentano come fruttici (alberelli) di varie dimensioni, ad accrescimento alquanto lento, non di rado con foglie piccole (microfille), persistenti, fiori di varia foggia singoli o riuniti, frutti a capsula o a bacca. Sono piante generalmente adatte a terreni fortemente acidi e dispongono di una particolare micorrizia (funghi sotterranei che vivono in simbiosi con le parti terminali delle radici delle piante) che permette loro di trarre nutrimento da substrati particolarmente difficili, sui quali solo i funghi sono in grado di compiere la funzione di rimettere in circolo le sostanze nutritive.
Macchia
Ottenuto dal nettare di fiori dei prati mediterranei, ha colore ambrato, variabile dal chiaro allo scuro a seconda della zona (e della stagione) di raccolta.
Molto nutriente, ha in genere azione disintossicante, ricostituente. Il Millefiori “autunnale” risulta più scuro ed amarognolo per l’influsso del Corbezzolo e dell’Edera.
Millefiori
A volte i millefiori sono caratterizzati da una presenza botanica che prevale e che costituisce il nucleo del miele, ma è accompagnata da una costante flora concomitante che ne costituisce la specificità e nello stesso tempo non permette la denominazione unifloreale.
Scoprire i diversi mieli millefiori può essere un viaggio molto più appassionante che non quello alla ricerca dei mieli unifloreali, con il grande stimolo apportato dal fatto che l’oggetto dell’eventuale scoperta costituirà un’esperienza veramente irripetibile.
Eucalipto
“Il botanico Labillardière che accompagnava il navigatore Entrecasteaux per la ricerca di La Perouse, vide per la prima volta il 6 maggio 1792 un gruppo di Eucalyptus sulla terra di Van-
Così G. L. Figuier introduce nel suo libro “Storia delle piante” il genere Eucalyptus.
Fu, comunque, l’Hèritier nel 1788 ad attribuire a questo vasto genere di alberi il nome di Eucalyptus, riferendosi al peculiare opercolo che racchiude il fiore fino alla maturazione. Il termine Eucalyptus nasce infatti dalla combinazione di due vocaboli greci: éu = bene e kalypto = nascondo.
A questo genere appartengono circa seicento specie originarie della Tasmania, della Nuova Guinea, ma soprattutto dell’Australia. Nel Nuovissimo Continente gli eucalipti fanno parte delle formazioni forestali della savana alberata (prateria alberata pascolata da pecore), della foresta arida spontanea a sottobosco di acacie varie, delle foreste localizzate ai margini della zona desertica centrale ed, infine, delle foreste umide localizzate nelle zone montuose e caratterizzate da elevata piovosità e ridottissimi periodi di siccità.
Da specie alte pochi metri si passa gradualmente a specie con esemplari giganteschi che possono superare i 100 metri di altezza.