Prodotti

Altri prodotti si affiancano alla produzione del miele andando a completare l’offerta, tutti rigorosamente locali e trasformati e/o confezionati nella nostra azienda.

Propoli

La propoli è una resina prodotta dalle piante e che le api utilizzano all’interno dell’alveare.
Molto della propoli dei nostri alveari deriva dalla resina che ricopre le gemme del pioppo, ma le api possono utilizzare molte altre resine e gomme vegetali (per esempio di conifere, betulla, ippocastano).
La propoli viene trasportata nelle cestella, ma le api riescono a raccoglierla e lavorarla solo nelle ore più calde della giornata e impiegano alcune ore o giorni per liberarsi del carico. La propoli viene utilizzata all’interno dell’alveare come materiale da costruzione, eventualmente miscelato con quantità variabili di cera.
Con la propoli le api stuccano tutte le fessure, compresi gli interstizi tra le parti mobili dell’alveare. La utilizzano come materiale da costruzione dove la cera pura non farebbe altrettanto buona riuscita, per esempio per restringere la porta d’entrata. Ne ricoprono le superfici interne dell’alveare, trattando allo stesso modo anche gli eventuali corpi estranei che non possono essere altrimenti eliminati.
Articolo

Pappa Reale

Mentre il miele è conosciuto fin dall’antichità, bisogna arrivare fino alla metà del XVII secolo per  parlare di pappa reale.Il primo che ne parlò nel suo libro “BIBLIA NATURAE ” fu lo scienziato olandese J.SWAMMERDAN (1637-1680), che ne descrisse il sapore.
Successivamente, REAUMUR (1683-1757) fisico francese al quale si deve l’omonima scala delle temperature, ne parlò nei suoi scritti sulla “Storia degli insetti”, descrivendone, anch’egli, il sapore.Nel 1788 il naturalista svizzero F. HUBER (1750-1831) “battezzò” con termine GELATINA REALE “la sostanza biancastra e gelatinosa con cui vengono nutrite le api regine”.Un secolo più tardi, PEREZ scoprì che il prodotto veniva somministrato a tutte le larve d’ape nei primi 3 giorni di vita. La somministrazione continuava, invece, negli individui destinati a diventare api regine.Nel 1912, lo studioso tedesco J. LANGEZ, attribuì con precisione la provenienza di questa secrezione alle GHIANDOLE IPOFARINGEE delle api nutrici.
In Italia la produzione di pappa reale iniziò negli anni 1960-1965.
Continuò per tutti gli anni 70-75, fino a scomparire, quasi totalmente, negli anni 80 a causa delle ingenti importanzioni di pappa reale provenienti dai paesi asiatici (Cina).Oggi, dopo molti anni, in Italia viene nuovamente prodotta! 

Polline

Il polline è una struttura microscopica alla quale le piante superiori affidano il trasporto delle cellule germinali maschili. Appare come un materiale pulverulento, diversamente colorato, ben visibile sulle antere di alcuni fiori di grandi dimensioni, come gigli o papaveri.
Le piante, immobilizzate dalle loro stesse radici, necessitano di particolari stratagemmi perché l’incontro riproduttivo tra due individui possa realizzarsi. Così il trasporto del polline avviene grazie alla collaborazione con una serie di alleati, diversi per ogni tipo di pianta.
Alcune si affidano al vento, che non chiede niente in cambio, ma è anche un postino decisamente poco preciso. Altre hanno stretto accordi, che sono andati perfezionandosi e diventando via via più specifici nel corso dell’evoluzione, con particolari insetti o altri animali. L’insetto trasporta il polline da un fiore all’altro perché volare di fiore in fiore ha, per lui, un preciso scopo: in una buona pane dei casi, la ricerca del cibo.
Le api, in particolare, sui fiori da loro frequentati trovano nettare, fonte di sostanze zuccherine, e polline, ricco di sostanze indispensabili all’accrescimento. All’interno dell’alveare la maggior parte del polline raccolto viene consumato dalle giovani operaie che, grazie a questo apporto proteico, possono a loro volta produrre, per secrezione ghiandolare, gli alimenti destinati alle larve e alla regina. Il polline viene raccolto grazie ad attrezzi particolari dei quali le api operaie sono dotate.
Grazie alla peluria che le ricopre e a spazzole di peli rigidi che hanno sulle zampe, le operaie sono in grado di recuperare la polvere di polline che le ha ricoperte durante il lavoro e di ridurla in masserelle che poi accumulano e trasportano nelle “cestella del polline”, costituite da lunghe setole arcuate situate nel 30 paio di zampe. I singoli granuli pollinici hanno dimensioni variabili da pochi micron a circa 0,1 mm; sono dotati di una parete esterna costituita da una sostanza resistentissima (sporopollenina) che ne protegge efficacemente il contenuto.

Cera

Diversamente da quanto accade per altri tipi di imenotteri che costruiscono i loro nidi con materiali raccolti in natura (per esempio, sostanze cellulosiche o fango), le api provvedono loro stesse a produrre la cera con la quale edificano le strutture interne dell’alveare, i favi.
La cera viene prodotta da ghiandole ciripare localizzate nella pane ventrale dell’addome delle api operaie.
Appena secreta si presenta sotto forma di minuscole scagliette incolori. Le operaie costruttrici provvedono a plasmare con le mandibole il materiale per arrivare alla forma voluta. Il lavoro di costruzione dei favi è regolato da meccanismi complessi, lo studio dei quali è oltremodo interessante.
In termini di economia metabolica la secrezione di cera è un processo dispendioso: per ogni grammo di cera prodotto ne sono consumati 7-10 di miele.
La cera è un materiale dalle caratteristiche ideali per l’uso che deve fare: è solida ma diventa malleabile e plasmabile a temperatura attorno a 35°C (per poi fondere completamente a 62-65°C).