Senso pratico e senso della vita
Prologo
1 -“Questa è la segreteria telefonica dell’Apicoltura Marco Mantovani. In questo momento il titolare è assente…no, un attimo…si sta aprendo la porta, forse è lui!…no,non è lui”.
2 – Questa è la segreteria telefonica dell’Apicoltura Marco Mantovani, premere il tasto 1 per parlare con l’amministrazione, prendere il tasto 2 per parlare col laboratorio, premere il tasto 3 tenendosi un dito nel naso per parlare direttamente con il titolare…”
Senso pratico e senso della vita
La tradizione
In quella parte della Maremma Toscana che va da Livorno a Grosseto, cinta a est dalle Colline Metallifere, quando, sedicenne, Marco Mantovani iniziò a interessarsi alle api, non trovò una tradizione di apicoltura vera e propria a cui rivolgersi. Si era ancora in piena civiltà del bugno rustico e Marco cercò i “maestri” nascosti della zona, che erano considerati un po’stregoni, e che non possedevano nessuna conoscenza sistematica della vita delle api, ma davano spiegazioni fantasiose.
Due di loro lo aiutarono a catturare i primi sciami, protetti solo da uno straccio avvolto intorno alla testa. A volte capitava che uno sciame andasse estratto dal tronco di un ulivo, avendo come strumento il “manescuro”, mezzo piccone mezza ascia.
La prima volta, già al quarto colpo- ricorda Marco-, il cielo si tinse di nero e passarono poi una mezz’ora a togliersi i pungiglioni… C’erano anche dei trucchi ingegnosi, come quello per identificare gli sciami. Una ventina di api venivano prelevate dai fiori e inserite, sporche di farina, in una canna di palude. Venivano poi rilasciate una alla volta per individuare la direzione del loro rientro e seguirne il volo fino ad arrivare allo sciame. Un vecchio manuale del 1947 dello Zappi Ricordati fornì a Marco le prime informazioni affidabili. Nel 1982 si incontrarono a un corso di apicoltura Paolo Pescia, Claudio Del Lungo, Erich Bleuler, Daniele Mazzanti e Marco, che vennero a costituire il primo nucleo di professionisti della zona. Il corso fornì loro l’occasione di una visita all’azienda di Martino Camerini, tra le poche professionali della zona. A Castagneto Carducci si era anche trasferito Elio Bailo, autore di due tra i più famosi manuali di apicoltura, che teneva corsi di apicoltura insieme a Paolo Sartorelli, che stava in provincia di Siena. Entrambi costituirono un punto di riferimento per gli apicoltori della zona, ma entrambi finirono poi uscire di scena. “Perché per alimentare il sacro fuoco dell’apicoltura – commenta Marco – ce ne vuole di legna!”
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Paolo Faccioli